Un documentario è un progetto ambizioso soprattutto quando è auto prodotto.

Questo documentario stimola la mia testa da diversi anni e l’ho dovuto sempre mettere da parte, ad un certo punto pensavo anche che mi portasse sfortuna tanto è vero che ho deciso di cambiare tutto, stesura del testo compresa.

Il vecchio progetto si chiamava #soundofnautre e, guarda caso, ogni volta che lo prendevo in mano accadeva qualcosa di brutto nella mia vita. Quando ho deciso di iniziare la prima volta è morta mi a madre, come l’ho ripreso in mano è arrivata una pandemia e come se non bastasse come ci hanno liberato ed ho ripreso in mano tutto è arrivata Melania e la sua storia. Detto ciò capisci perchè ho deciso di cancellare tutti i documenti che avevo scritto e l’ho ripreso da zero.

Ricominciando da capo, con la mente sgombra, ho scritto molte più cose ed ho cambiato rotta mantenendo la parte sonora del vecchio documentario ma allo stesso tempo alzando l’asticella. Per scaramanzia non dirò il nome che ho scelto per il documentario e nemmeno parlerò del contenuto così da non anticipare nulla però voglio parlarti di come ho strutturato il tutto prima di iniziare le riprese.

Logicamente tutta la parte delle riprese sarà affiancata da un backstage che pubblicherò periodicamente sul mio canale YouTube.

Una grossa spinta alla creazione di questo documentario è stata la scelta che ho fatto di cambiare attrezzatura a metà 2022.

Dovevo portare con me sempre troppa attrezzatura e troppi accessori e ad un certo punto ho dovuto fare una scelta, ho abbandonato il mondo del full frame e di Canon per passare al micro 4/3 con Panasonic, sia per fotografia che per video per poi destinare tutto al video dato che con la fotografia sono tornato alla pellicola, ma questa è un’altra storia che ti racconto sempre sul mio canale YouTube.

Grazie alla nuova attrezzatura con un solo zaino riesco a portare con me tutto il necessario per video ed audio per avere una qualità più che sufficiente per il risultato finale, se prima portavo con me anche 50 kg di zaini ora me la cavo con solamente 20 kg, direi un ottimo risultato considerando che porto con me più attrezzatura di prima con meno peso ma soprattutto riesco a portarla in luoghi più complessi.

Tutto bello però dove inizia il documentario?

Semplice, nella mia testa. Però c’è un problema, la mia testa pensa a troppe cose e quindi la soluzione migliore è quella di mettersi seduti e scrivere tutto. Utilizzo diversi sistemi di scrittura che poi vengono trasferiti in un unico progetto digitale sfruttando le note del MAC così da averle su tutti i miei MAC e su iPad e proprio di questo processo ti voglio parlare in questo articolo.

Non voglio farti la filippica sullo storytelling o il copywriting ma voglio solamente parlarti di come in pratica scrivo le mie idee e le trasformo in qualcosa di definitivo. È un lavoro lungo e che porterà risultati a lungo termine ma considera che i più fantastici documentari che stanno registrando in questo momento come: BBC, National Geographic e chi più ne ha più ne metta, li vedrai tra qualche anno e sono prodotti da case di produzione importanti con troupe e registi impressionanti.

Non ho assolutamente nessuna pretesa ma voglio comunque fare un bel lavoro e per farlo devo seguire delle linee ben precise.

Tanto per cominciare si scrive tutto, come già ti ho detto, ed io utilizzo diversi metodi. Solitamente creo un messaggio volcale in un canale telegram privato così da averlo a disposizione su qualsiasi strumento utilizzi ma la situazione che preferisco è quella di scrivere su un taccuino le miei idee, proprio con carta e penna, così da prenderle in mano più volte e poterle rivalutare. Una volta salvate le idee arriva la parte più bella ed interessante.

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Prima di parlarti della parte più bella ed interessante vorrei attirare la tua attenzione su quanto un progetto del genere sia importante per me ma soprattutto molto complesso in tutta la sua gestione.

Tralasciando la parte tecnica, che riprenderemo più avanti, voglio parlarti dell’importanza di questo progetto e perchè ho deciso di intraprendere questa strada complicandomi la vita da solo. Prima di tutto c’è la componente natura, se mi segui sai quanto io sia legato al mio territorio, ho lavorato nei luoghi più belli del mondo ed ogni volta pensavo a casa mia e le sue bellezze sopra e sotto terra. Per me questa produzione, a prescindere dalle mie capacità, è una missione.

Una missione che ho da sempre nella mia testa per ripagare la natura di tutto quello che ha fatto per me mostrandola attraverso i miei occhi e le mie attrezzature ma soprattutto mettendo tutto a disposizione di tutti sul mio canale YouTube perchè la natura è di tutti e tutti dobbiamo conoscerla e rispettarla! Un documentario serve anche per informare ed insegnare oltre che per documentare, spero che grazie a questo lavoro le persone che frequentano il mio territorio, anche in  vacanza, capiscano che è un luogo ricco di vita e che va tutelato, come tutti i luoghi di interesse naturalistico che abbiamo.

Ora però torniamo alla parte bella ed interessante senza farla troppo lunga!

Nel momento in cui prendo tutte le mie idee e le vado a concretizzare accade qualcosa di fantastico. Tutto questo è frutto della conoscenza che ho del territorio e della natura che lo abita e delle capacità tecniche che mi sono creato negli anni.

Rivedendo tutte le idee inizia la fase di “visione” del documentario nella mia testa e questo è un passaggio cruciale. In questo momento tutto quello che devo concretizzare in un documento lo immagino, lo catalogo e lo trascrivo. La parte veramente bella è che io vedo il documentario nella mia mente prima di iniziare a scrivere e vedo anche le diverse scene immaginando l’attrezzatura da utilizzare e come utilizzarla. Mi trasporto sul posto con l’immaginazione e mentre sono li a produrre virtualmente il mio documentario scrivo tutto nel minimo dettaglio.

Qui la parte interessante perchè non scrivo solamente ciò che vedo ma anche ciò che sento, le emozioni ed anche gli odori che immagino. Tutto questo è frutto di anni passati in mezzo alla natura, ma che dico anni, è frutto di esperienze di una vita che mi permettono di trasportarmi sul posto con la mente.

La stesura del testo è molto complicata come puoi immaginare, considera che in tutto questo aggiungo anche tutti i testi naturalistici per la voce fuori campo e nello stesso momento penso alla colonna sonora, musica o suono della natura, da aggiungere in sottofondo.

Diventa tutto molto complesso ma allo stesso tempo molto appagante perchè ti fa sentire nella natura in qualsiasi momento della tua vita e soprattutto ti agevola molto il lavoro in fase di produzione audio e video perchè a quel punto già so cosa devo fare e cosa mi serve!

Ci sono altri fattori molto importanti legati al lavoro di questo mio progetto ed anche di altri lavori, per esempio il titolo e la presentazione ma di questo ne parleremo in un altro articolo!